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Antico Testamento

Nuovo Testamento

Giobbe 21 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

1. E GIOBBE rispose, e disse:

2. Date udienza al mio ragionamento, E ciò mi sarà in vece delle vostre consolazioni.

3. Comportatemi che io parli; E poichè avrò parlato, beffatevi pure.

4. Quant’è a me, il mio lamento si addirizza egli ad un uomo? E perchè non sarebbe distretto lo spirito mio?

5. Riguardate a me, e stupite, E mettetevi la mano in su la bocca.

6. Io stesso, quando me ne ricordo, sono tutto attonito, E la carne mia ne prende orrore.

7. Perchè vivono gli empi? Perchè invecchiano, ed anche son forti e vigorosi?

8. La lor progenie è stabilita nel lor cospetto, insieme con loro; E i lor discendenti son davanti agli occhi loro.

9. Le case loro non sono se non pace, senza spavento; E la verga di Dio non è sopra loro.

10. I lor tori ammontano, e non fallano; Le lor vacche figliano, e non isperdono.

11. Essi mandano fuori i lor fanciulletti come pecore; E i lor figliuoli van saltellando.

12. Essi alzano la voce col tamburo e con la cetera; E si rallegrano al suon dell’organo.

13. Logorano la loro età in piacere, E poi in un momento scendono nel sepolcro.

14. Quantunque abbiano detto a Dio: Dipartiti da noi; Perciocchè noi non prendiam piacere nella conoscenza delle tue vie.

15. Che è l’Onnipotente, che noi gli serviamo? E che profitto faremo se lo preghiamo?

16. Ecco, il ben loro non è egli nelle lor mani? Sia il consiglio degli empi lungi da me.

17. Quante volte avviene egli che la lampana degli empi sia spenta, E che la lor ruina venga loro addosso, E che Iddio dia loro tormenti nella sua ira per lor parte?

18. E che sieno come paglia al vento, E come pula che il turbo invola?

19. E che Iddio riserbi a’ lor figliuoli la violenza da loro usata; O che egli la renda a loro stessi, e ch’essi lo sentano?

20. E che gli occhi loro veggano la lor ruina, E ch’essi bevano dell’ira dell’Onnipotente?

21. Perciocchè del rimanente, quale affezione avranno essi alle lor case, Da che il numero de’ lor mesi sarà stato troncato?

22. Potrebbesi insegnar scienza a Dio? Conciossiachè egli sia quel che giudica gli eccelsi.

23. Colui muore nel colmo della felicità, In compiuta pace e tranquillità.

24. Le sue secchie son piene di latte, E le sue ossa sono abbeverate di midolla.

25. E costui muore, essendo in amaritudine d’animo, E non avendo giammai mangiato con diletto.

26. Amendue giacciono nella polvere, E i vermini li coprono.

27. Ecco, io conosco i vostri pensamenti, E i malvagi discorsi che voi fate contro a me a torto.

28. Perciocchè voi direte: Ove è la casa del magnifico? Ed ove sono i padiglioni ove abitavano gli empi?

29. Non vi siete voi giammai informati da coloro che fanno viaggi? Voi non disdirete già i segnali ch’essi ne dànno;

30. Che il malvagio è riparato al giorno della ruina, Quando le ire sono sparse.

31. Chi gli rappresenterà la sua via in faccia? E chi gli farà la retribuzione di ciò ch’egli ha fatto?

32. Poi appresso egli è portato ne’ sepolcri, E non attende più ad altro che all’avello.

33. I cespi della valle gli son dolci; Ed egli si tira dietro tutti gli uomini, Siccome davanti a lui ne son iti innumerabili.

34. Come dunque mi consolate voi vanamente? Conciossiachè nelle vostre repliche vi sia sempre della prevaricazione.