Antico Testamento

Nuovo Testamento

Secondo Libro delle Cronache 32:16-24 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

16. I servi di Sennacherib parlarono ancora contro il Signore Dio e contro il suo servo Ezechia.

17. Sennacherib scrisse pure delle lettere, insultando il Signore, Dio d'*Israele, e parlando contro di lui, in questi termini: «Come gli dèi delle nazioni degli altri paesi non hanno potuto liberare i loro popoli dalla mia mano, cosí neanche il Dio d'Ezechia potrà liberare dalla mia mano il suo popolo».

18. I servitori di Sennacherib gridarono ad alta voce, in lingua giudaica, rivolgendosi al popolo di Gerusalemme che stava sulle mura, per spaventarlo e atterrirlo, e potersi cosí impadronire della città.

19. E parlarono del Dio di Gerusalemme come degli dèi dei popoli della terra, che sono opera di mano d'uomo.

20. Allora il re Ezechia e il *profeta *Isaia, figlio di Amots, pregarono a questo proposito, e alzarono fino al cielo il loro grido.

21. Il Signore mandò un angelo che sterminò nell'accampamento del re d'Assiria tutti gli uomini forti e valorosi, i príncipi e i capi. Il re se ne tornò svergognato al suo paese. Come fu entrato nella casa del suo dio, i suoi propri figli lo uccisero là con la spada.

22. Cosí il Signore salvò Ezechia e gli abitanti di Gerusalemme dalla mano di Sennacherib, re d'Assiria, e dalla mano di tutti gli altri, e rese sicure le loro frontiere.

23. Molti portarono a Gerusalemme offerte al Signore, e oggetti preziosi a Ezechia, re di Giuda, il quale, da allora, acquistò prestigio agli occhi di tutte le nazioni.

24. In quel tempo Ezechia fu colpito da una malattia che doveva condurlo alla morte; egli pregò il Signore, e il Signore gli parlò, e gli concesse un segno.

Leggi il capitolo completo Secondo Libro delle Cronache 32