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Giobbe 34:13-32 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

13. Chi gli ha commesso il governo della terra? E chi gli ha imposta la cura del mondo tutto intiero?

14. Se egli ponesse mente all’uomo, Egli ritrarrebbe a sè il suo alito, ed il suo soffio;

15. Ogni carne insieme trapasserebbe, E l’uomo ritornerebbe nella polvere.

16. Se pur tu hai del senno, ascolta questo; Porgi l’orecchio alla voce de’ miei ragionamenti.

17. Di vero, colui che odia la dirittura signoreggerebbe egli? E condannerai tu colui che è sommamente giusto?

18. Direbbesi egli ad un re: Scellerato? E a’ principi: Empio?

19. Quanto meno a colui che non ha riguardo alla qualità de’ principi, Ed appo cui non è riconosciuto il possente, Per essere antiposto al povero, Perchè essi tutti sono opera delle sue mani?

20. Essi muoiono in un momento, E di mezza notte tutto un popolo è conquassato, e perisce; E il potente è tolto via senza opera di mani.

21. Perciocchè gli occhi suoi son sopra le vie dell’uomo, Ed egli vede tutti i passi di esso.

22. Non vi è oscurità, nè ombra di morte alcuna, Ove si possan nascondere gli operatori d’iniquità.

23. Perciocchè Iddio non ha più riguardo all’uomo, Quando esso è per venire in giudicio davanti a lui.

24. Egli fiacca i possenti incomprensibilmente, E ne costituisce altri in luogo loro.

25. Perciò, conoscendo egli le opere loro, Nel girar d’una notte son fiaccati,

26. Egli li sbatte come empi, In luogo di molti spettatori;

27. Perciocchè si son rivolti indietro da lui, E non hanno considerate tutte le sue vie;

28. Facendo pervenire infino a lui il grido del povero, E facendogli udire lo strido degli afflitti.

29. Se egli rimanda in pace, chi condannerà? E se nasconde la sua faccia, chi lo riguarderà? O sia una nazione intiera, o un uomo solo;

30. Acciocchè l’uomo profano non regni più E che il popolo non sia più tenuto ne’ lacci.

31. Certo ei ti si conveniva indirizzarti a Dio, dicendo: Io ho portato la pena; io non peccherò più.

32. Se vi è alcuna cosa, oltre a ciò che io veggo, mostramelo; Se io ho operato perversamente, io non continuerò più.

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