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Giobbe 19:15-26 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

15. I miei famigliari, e le mie serventi, mi tengono per istraniero; Io paio loro un forestiere.

16. Io chiamo il mio servitore, ed egli non risponde, Quantunque io lo preghi di mia bocca.

17. Il mio fiato è divenuto stranio alla mia moglie, Benchè io la supplichi per li figliuoli del mio ventre.

18. Fino a’ piccoli fanciulli mi disdegnano; Se io mi levo, sparlano di me.

19. Tutti i miei consiglieri segreti mi abbominano; E quelli che io amava si son rivolti contro a me.

20. Le mie ossa sono attaccate alla mia pelle ed alla mia carne; E non mi è rimasto altro di salvo che la pelle d’intorno a’ miei denti.

21. Abbiate pietà di me, abbiate pietà di me, o voi amici miei; Perciocchè la mano del Signore mi ha toccato.

22. Perchè mi perseguitate voi come Iddio, E non vi saziate della mia carne?

23. Oh! fosser pur ora scritti i miei ragionamenti! Oh! fosser pure stampati in un libro!

24. Oh! fossero in sempiterno intagliati con uno scarpello di ferro E con del piombo, sopra un sasso!

25. Ora, quant’è a me, io so che il mio Redentore vive, E che nell’ultimo giorno egli si leverà sopra la polvere;

26. E quantunque, dopo la mia pelle, questo corpo sia roso, Pur vedrò con la carne mia Iddio;

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