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Evangelo Secondo S. Marco 14:19-32 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

19. Essi cominciarono ad attristarsi e a dirgli ad uno ad uno: Sono io desso?

20. Ed egli disse loro: È uno dei dodici, che intinge meco nel piatto.

21. Certo il Figliuol dell'uomo se ne va, com'è scritto di lui; ma guai a quell'uomo per cui il Figliuol dell'uomo è tradito! Ben sarebbe per quell'uomo di non esser nato!

22. E mentre mangiavano, Gesù prese del pane; e fatta la benedizione, lo ruppe e lo diede loro e disse: Prendete, questo è il mio corpo.

23. Poi, preso il calice e rese grazie, lo diede loro, e tutti ne bevvero.

24. E disse loro: Questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti.

25. In verità io vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino a quel giorno che lo berrò nuovo nel regno di Dio.

26. E dopo ch'ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi.

27. E Gesù disse loro: Voi tutti sarete scandalizzati; perché è scritto: Io percoterò il pastore e le pecore saranno disperse.

28. Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea.

29. Ma Pietro gli disse: Quand'anche tutti fossero scandalizzati, io però non lo sarò.

30. E Gesù gli disse: In verità io ti dico che tu, oggi, in questa stessa notte, avanti che il gallo abbia cantato due volte, mi rinnegherai tre volte.

31. Ma egli vie più fermamente diceva: Quantunque mi convenisse morir teco non però ti rinnegherò. E lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

32. Poi vennero in un podere detto Getsemani; ed egli disse ai suoi discepoli: Sedete qui finché io abbia pregato.

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