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Evangelo Secondo S. Luca 20:20-31 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

20. Ed essendosi messi ad osservarlo, gli mandarono delle spie che simulassero d'esser giusti per coglierlo in parole, affin di darlo in man dell'autorità e del potere del governatore.

21. E quelli gli fecero una domanda, dicendo: Maestro, noi sappiamo che tu parli e insegni dirittamente, e non hai riguardi personali, ma insegni la via di Dio secondo verità:

22. È egli lecito a noi pagare il tributo a Cesare o no?

23. Ma egli, avvedutosi della loro astuzia, disse loro:

24. Mostratemi un denaro; di chi porta l'effigie e l'iscrizione? Ed essi dissero: Di Cesare.

25. Ed egli a loro: Rendete dunque a Cesare quel ch'è di Cesare, e a Dio quel ch'è di Dio.

26. Ed essi non poteron coglierlo in parole dinanzi al popolo; e maravigliati della sua risposta, si tacquero.

27. Poi, accostatisi alcuni dei Sadducei, i quali negano che ci sia risurrezione, lo interrogarono, dicendo:

28. Maestro, Mosè ci ha scritto che se il fratello di uno muore avendo moglie ma senza figliuoli, il fratello ne prenda la moglie e susciti progenie a suo fratello.

29. Or v'erano sette fratelli. Il primo prese moglie, e morì senza figliuoli.

30. Il secondo pure la sposò;

31. poi il terzo; e così fu dei sette; non lasciaron figliuoli, e morirono.

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