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Epistole di S. Paolo ai Romani 3:1-12 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

1. Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? O qual è la utilità della circoncisione?

2. Grande per ogni maniera; prima di tutto, perché a loro furono affidati gli oracoli di Dio.

3. Poiché che vuol dire se alcuni sono stati increduli? Annullerà la loro incredulità la fedeltà di Dio?

4. Così non sia; anzi, sia Dio riconosciuto verace, ma ogni uomo bugiardo, siccome è scritto: Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole, e resti vincitore quando sei giudicato.

5. Ma se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo noi? Iddio è egli ingiusto quando dà corso alla sua ira? (Io parlo umanamente).

6. Così non sia; perché, altrimenti, come giudicherà egli il mondo?

7. Ma se per la mia menzogna la verità di Dio è abbondata a sua gloria, perché son io ancora giudicato come peccatore?

8. E perché (secondo la calunnia che ci è lanciata e la massima che taluni ci attribuiscono), perché non ‘facciamo il male affinché ne venga il bene?’ La condanna di quei tali è giusta.

9. Che dunque? Abbiam noi qualche superiorità? Affatto; perché abbiamo dianzi provato che tutti, Giudei e Greci, sono sotto il peccato,

10. siccome è scritto: Non v'è alcun giusto, neppur uno.

11. Non v'è alcuno che abbia intendimento, non v'è alcuno che ricerchi Dio.

12. Tutti si sono sviati, tutti quanti son divenuti inutili. Non v'è alcuno che pratichi la bontà, no, neppur uno.

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