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Epistole di S. Paolo ai Romani 2:15-24 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

15. essi mostrano che quel che la legge comanda è scritto nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la coscienza, e perché i loro pensieri si accusano od anche si scusano a vicenda.

16. Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio Evangelo.

17. Or se tu ti chiami Giudeo, e ti riposi sulla legge, e ti glorii in Dio,

18. e conosci la sua volontà, e discerni la differenza delle cose essendo ammaestrato dalla legge,

19. e ti persuadi d'esser guida de' ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre,

20. educatore degli scempi, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità,

21. come mai, dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? Tu che predichi che non si deve rubare, rubi?

22. Tu che dici che non si deve commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che hai in abominio gl'idoli, saccheggi i templi?

23. Tu che meni vanto della legge, disonori Dio trasgredendo la legge?

24. Poiché, siccome è scritto, il nome di Dio, per cagion vostra, è bestemmiato fra i Gentili.

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