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Epistole di S. Paolo ai Romani 14:1-13 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

1. Quanto a colui che è debole nella fede, accoglietelo, ma non per discutere opinioni.

2. L'uno crede di poter mangiare di tutto, mentre l'altro, che è debole, mangia legumi.

3. Colui che mangia di tutto, non sprezzi colui che non mangia di tutto; e colui che non mangia di tutto, non giudichi colui che mangia di tutto: perché Dio l'ha accolto.

4. Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piè, perché il Signore è potente da farlo stare in piè.

5. L'uno stima un giorno più d'un altro; l'altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente.

6. Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; e chi mangia di tutto, lo fa per il Signore, perché rende grazie a Dio; e chi non mangia di tutto fa così per il Signore, e rende grazie a Dio.

7. Poiché nessuno di noi vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso;

8. perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore; sia dunque che viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore.

9. Poiché a questo fine Cristo è morto ed è tornato in vita: per essere il Signore e de' morti e de' viventi.

10. Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio;

11. infatti sta scritto: Com'io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua darà gloria a Dio.

12. Così dunque ciascun di noi renderà conto di se stesso a Dio.

13. Non ci giudichiamo dunque più gli uni gli altri, ma giudicate piuttosto che non dovete porre pietra d'inciampo sulla via del fratello, né essergli occasione di caduta.

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