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Epistole di S. Paolo ai Romani 10:5-16 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

5. Infatti Mosè descrive così la giustizia che vien dalla legge: L'uomo che farà quelle cose, vivrà per esse.

6. Ma la giustizia che vien dalla fede dice così: Non dire in cuor tuo: Chi salirà in cielo? (questo è un farne scendere Cristo) né:

7. Chi scenderà nell'abisso? (questo è un far risalire Cristo d'infra i morti).

8. Ma che dice ella? La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore; questa è la parola della fede che noi predichiamo;

9. perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvato;

10. infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati.

11. Difatti la Scrittura dice: Chiunque crede in lui, non sarà svergognato.

12. Poiché non v'è distinzione fra Giudeo e Greco; perché lo stesso Signore è Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano;

13. poiché chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato.

14. Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non v'è chi predichi?

15. E come predicheranno se non son mandati? Siccome è scritto: Quanto son belli i piedi di quelli che annunziano buone novelle!

16. Ma tutti non hanno ubbidito alla Buona Novella; perché Isaia dice: Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?

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