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Epistole di S. Paolo agli Efesini 3:7-15 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

7. del quale io sono stato fatto ministro, in virtù del dono della grazia di Dio largitami secondo la virtù della sua potenza.

8. A me, dico, che son da meno del minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di recare ai Gentili il buon annunzio delle non investigabili ricchezze di Cristo,

9. e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il creatore di tutte le cose,

10. affinché nel tempo presente, ai principati ed alle potestà, ne' luoghi celesti, sia data a conoscere, per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio,

11. conforme al proponimento eterno ch'Egli ha mandato ad effetto nel nostro Signore, Cristo Gesù;

12. nel quale abbiamo la libertà d'accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui.

13. Perciò io vi chieggo che non veniate meno nell'animo a motivo delle tribolazioni ch'io patisco per voi, poiché esse sono la vostra gloria).

14. … Per questa cagione, dico, io piego le ginocchia dinanzi al Padre,

15. dal quale ogni famigliane' cieli e sulla terra prende nome,

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