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Epistole di S. Paolo a Filemone 1:4-20 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

4. Io rendo sempre grazie all'Iddio mio, facendo menzione di te nelle mie preghiere,

5. giacché odo parlare dell'amore e della fede che hai nel Signor Gesù e verso tutti i santi,

6. e domando che la nostra comunione di fede sia efficace nel farti riconoscere ogni bene che si compia in noi alla gloria di Cristo.

7. Poiché ho provato una grande allegrezza e consolazione pel tuo amore, perché il cuore dei santi è stato ricreato per mezzo tuo, o fratello.

8. Perciò, benché io abbia molta libertà in Cristo di comandarti quel che convien fare,

9. preferisco fare appello alla tua carità, semplicemente come Paolo, vecchio, e adesso anche prigione di Cristo Gesù;

10. ti prego per il mio figliuolo che ho generato nelle mie catene,

11. per Onesimo che altra volta ti fu disutile, ma che ora è utile a te ed a me.

12. Io te l'ho rimandato, lui, ch'è quanto dire, le viscere mie.

13. Avrei voluto tenerlo presso di me, affinché in vece tua mi servisse nelle catene che porto a motivo del Vangelo;

14. ma, senza il tuo parere, non ho voluto far nulla, affinché il tuo beneficio non fosse come forzato, ma volontario.

15. Infatti, per questo, forse, egli è stato per breve tempo separato da te, perché tu lo recuperassi per sempre;

16. non più come uno schiavo, ma come da più di uno schiavo, come un fratello caro specialmente a me, ma ora quanto più a te, e nella carne e nel Signore!

17. Se dunque tu mi tieni per un consocio, ricevilo come faresti di me.

18. che se t'ha fatto alcun torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me.

19. Io, Paolo, lo scrivo di mio proprio pugno: io lo pagherò; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso.

20. Sì, fratello, io vorrei da te un qualche utile nel Signore; deh, ricrea il mio cuore in Cristo.

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