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Epistole di S. Paolo 1 a Timoteo 1:7-16 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

7. volendo esser dottori della legge, quantunque non intendano quello che dicono, né quello che dànno per certo.

8. Or noi sappiamo che la legge è buona, se uno l'usa legittimamente,

9. riconoscendo che la legge è fatta non per il giusto, ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per gli scellerati e gl'irreligiosi, per i percuotitori di padre e madre,

10. per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d'uomini, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina,

11. secondo l'evangelo della gloria del beato Iddio, che m'è stato affidato.

12. Io rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù, nostro Signore, dell'avermi egli reputato degno della sua fiducia, ponendo al ministerio me,

13. che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un oltraggiatore; ma misericordia mi è stata fatta, perché lo feci ignorantemente nella mia incredulità;

14. e la grazia del Signor nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.

15. Certa è questa parola e degna d'essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

16. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me per il primo tutta la sua longanimità, ed io servissi d'esempio a quelli che per l'avvenire crederebbero in lui per aver la vita eterna.

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