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Atti degli Apostoli 18:15-27 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

15. Ma se si tratta di questioni intorno a parole, a nomi, e alla vostra legge, provvedeteci voi; io non voglio esser giudice di codeste cose.

16. E li mandò via dal tribunale.

17. Allora tutti, afferrato Sostene, il capo della sinagoga, lo battevano davanti al tribunale. E Gallione non si curava affatto di queste cose.

18. Quanto a Paolo, ei rimase ancora molti giorni a Corinto; poi, preso commiato dai fratelli, navigò verso la Siria, con Priscilla ed Aquila, dopo essersi fatto tosare il capo a Cencrea, perché avea fatto un voto.

19. Come furon giunti ad Efeso, Paolo li lasciò quivi; egli, intanto, entrato nella sinagoga, si pose a discorrere coi Giudei.

20. E pregandolo essi di dimorare da loro più a lungo, non acconsentì;

21. ma dopo aver preso commiato e aver detto che, Dio volendo, sarebbe tornato da loro un'altra volta, salpò da Efeso.

22. E sbarcato a Cesarea, salì a Gerusalemme, e salutata la chiesa, scese ad Antiochia.

23. Ed essendosi fermato quivi alquanto tempo, si partì, percorrendo di luogo in luogo il paese della Galazia e la Frigia, confermando tutti i discepoli.

24. Or un certo Giudeo, per nome Apollo, oriundo d'Alessandria, uomo eloquente e potente nelle Scritture, arrivò ad Efeso.

25. Egli era stato ammaestrato nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, parlava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.

26. Egli cominciò pure a parlar francamente nella sinagoga. Ma Priscilla ed Aquila, uditolo, lo presero seco e gli esposero più appieno la via di Dio.

27. Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli ve lo confortarono, e scrissero ai discepoli che l'accogliessero. Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevan creduto mediante la grazia;

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