19. E Rabshaké disse loro: ‘Andate a dire ad Ezechia: — Così parla il gran re, il re d'Assiria: Che fiducia è cotesta che tu hai?
20. Tu dici che consiglio e forza per far la guerra non son che parole vane; ma in chi metti la tua fiducia per ardire di ribellarti a me?
21. Ecco, tu t'appoggi sull'Egitto, su questo sostegno di canna rotta, che penetra nella mano di chi vi s'appoggia e gliela fora; tal è Faraone, re d'Egitto, per tutti quelli che confidano in lui.
22. Forse mi direte: — Noi confidiamo nell'Eterno, nel nostro Dio. — Ma non è egli quello stesso di cui Ezechia ha soppresso gli alti luoghi e gli altari, dicendo a Giuda e a Gerusalemme: — Voi adorerete soltanto dinanzi a questo altare a Gerusalemme?
23. Or dunque fa' una scommessa col mio signore; il re d'Assiria! Io ti darò duemila cavalli, se tu puoi fornire altrettanti cavalieri da montarli.
24. E come potresti tu far voltar le spalle a un solo capitano tra gl'infimi servi del mio signore? E confidi nell'Egitto, a motivo de' suoi carri e de' suoi cavalieri!
25. E adesso sono io forse salito senza il volere dell'Eterno contro questo luogo per distruggerlo? L'Eterno m'ha detto: — Sali contro questo paese e distruggilo’. —
26. Allora Eliakim, figliuolo di Hilkia, Scebna e Joah dissero a Rabshaké: ‘Ti prego, parla ai tuoi servi in aramaico, perché noi lo intendiamo; e non ci parlare in lingua giudaica, in guisa che la gente che sta sulle mura oda’.
27. Ma Rabshaké rispose loro: ‘Forse che il mio signore m'ha mandato a dir queste cose al tuo signore e a te? Non m'ha egli mandato a dirle a quegli uomini che stan seduti sulle mura e saran quanto prima ridotti a mangiare il loro sterco e a bere la loro orina con voi?’
28. Allora Rabshaké, stando in piè, gridò al alta voce, e disse in lingua giudaica: ‘Udite la parola del gran re, del re d'Assiria!
29. Così parla il re: — Non v'inganni Ezechia; poich'egli non potrà liberarvi dalle mie mani;
30. né v'induca Ezechia a confidarvi nell'Eterno, dicendo: L'Eterno ci libererà certamente, e questa città non sarà data nelle mani del re d'Assiria.