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1 Cronache 21:5-18 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

5. E Joab rimise a Davide la cifra del censimento del popolo: c'erano in tutto Israele un milione e centomila uomini atti a portare le armi; e in Giuda quattrocentosettantamila uomini atti a portar le armi.

6. Or Joab non avea fatto il censimento di Levi e di Beniamino come degli altri, perché l'ordine del re era per lui abominevole.

7. Questa cosa dispiacque a Dio, che perciò colpì Israele.

8. E Davide disse a Dio: ‘Io ho gravemente peccato in questo che ho fatto; ma ora, ti prego, perdona l'iniquità del tuo servo, perché io ho agito con grande stoltezza’.

9. E l'Eterno parlò così a Gad, il veggente di Davide:

10. ‘Va', e parla a Davide in questo modo: — Così dice l'Eterno: Io ti propongo tre cose; sceglitene una, e quella ti farò’.

11. Gad andò dunque da Davide, e gli disse: ‘Così dice l'Eterno: Scegli quello che vuoi:

12. o tre anni di carestia, o tre mesi durante i quali i tuoi avversari facciano scempio di te e ti raggiunga la spada dei tuoi nemici, ovvero tre giorni di spada dell'Eterno, ossia di peste nel paese, durante i quali l'angelo dell'Eterno porterà la distruzione in tutto il territorio d'Israele. Or dunque vedi che cosa io debba rispondere a colui che mi ha mandato’.

13. E Davide disse a Gad: ‘Io sono in una grande angoscia! Ebbene, ch'io cada nelle mani dell'Eterno, giacché le sue compassioni sono immense; ma ch'io non cada nelle mani degli uomini!’

14. Così l'Eterno mandò la peste in Israele; e caddero settantamila persone d'Israele.

15. E Dio mandò un angelo a Gerusalemme per distruggerla; e come questi si disponeva a distruggerla, l'Eterno gettò su di lei lo sguardo, si pentì della calamità che avea inflitta, e disse all'angelo distruttore: ‘Basta; ritieni ora la tua mano!’ Or l'angelo dell'Eterno si trovava presso l'aia di Ornan, il Gebuseo.

16. E Davide, alzando gli occhi, vide l'angelo dell'Eterno che stava fra terra e cielo, avendo in mano una spada sguainata, vòlta contro Gerusalemme. Allora Davide e gli anziani, coperti di sacchi, si gettarono con la faccia a terra.

17. E Davide disse a Dio: ‘Non sono io quegli che ordinai il censimento del popolo? Son io che ho peccato, e che ho agito con tanta malvagità; ma queste pecore che hanno fatto? Ti prego, o Eterno, o mio Dio, si volga la tua mano contro di me e contro la casa di mio padre, ma non contro il tuo popolo, per colpirlo col flagello!’

18. Allora l'angelo dell'Eterno ordinò a Gad di dire a Davide che salisse ad erigere un altare all'Eterno nell'aia di Ornan, il Gebuseo.

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