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Neemia 2:16-20 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC)

16. Nessuna delle autorità del posto sapeva dove ero andato o che cosa avevo fatto. Non avevo detto nulla neppure agli Israeliti. Sacerdoti, capi, funzionari e futuri responsabili dei lavori erano ancora all’oscuro di tutto.

17. Un giorno parlai loro così: «Vedete tutti in che miseria ci troviamo: la città è in rovina e le sue porte sono distrutte dal fuoco. Ricostruiamo le mura e liberiamoci da questa situazione umiliante!».

18. Raccontai come la mano di Dio mi aveva protetto e riferii le parole del re. Tutti gridarono: «Al lavoro! ricostruiamo la città!». E si misero all’opera con impegno.

19. Intanto Sanballàt il Coronita, Tobia, il funzionario ammonita, e un arabo di nome Ghesem, appena seppero della nostra decisione, si misero a prenderci in giro e a provocarci: «Che cosa pensate di fare? Volete mettervi contro il re?».

20. Io gli mandai a dire: «Voi non avete niente a che fare con Gerusalemme: nessun diritto, nessuna proprietà, nessun ricordo. Noi ci mettiamo a ricostruire perché siamo sicuri che il Dio del cielo ci aiuterà fino alla fine. Siamo i suoi servi».

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