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Neemia 13:17-30 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC)

17. Intervenni presso le autorità della Giudea e dissi loro: «Vi rendete conto del male che fate? Voi non rispettate il carattere sacro del sabato.

18. Anche i vostri padri hanno agito così, ma Dio ha fatto venire su di noi e la nostra città tutti i mali che ben ricordate. Se non rispettate il sabato voi attirate castighi sugli Israeliti».

19. Diedi l’ordine di chiudere le porte di Gerusalemme al tramonto prima del sabato e di non riaprirle fino alla sera successiva. Inoltre misi di guardia alcuni miei collaboratori perché non entrasse in città nessun carico in giorno di sabato.

20. Per uno o due sabati alcuni mercanti, con le loro merci di ogni genere, passarono la notte fuori della città.

21. Ma diedi loro questo avviso: «Se passate ancora la notte sotto le mura della città, vi farò arrestare». Da allora, di sabato, non vennero più mercanti.

22. Poi ordinai ai leviti di purificarsi e di mettersi di guardia alle porte per far rispettare il sabato.«O mio Dio, ricordati anche di questo e, nella tua bontà infinita, trattami con benevolenza».

23. In quel periodo venni anche a sapere che alcuni avevano sposato donne ammonite, moabite e della città di Asdod.

24. Metà dei loro figli parlava la lingua di Asdod, altri usavano lingue di popoli diversi, ma nessuno sapeva la nostra.

25. Io reagii duramente: minacciai maledizioni, ne picchiai qualcuno e gli strappai perfino i capelli. Poi li feci giurare in nome di Dio che non avrebbero mai più combinato matrimoni con gente di quelle popolazioni.

26. Dissi loro: «Non sapete che per questa strada anche Salomone, re d’Israele, finì per peccare? Eppure non c’era un re come lui in tutti i popoli. Dio lo aveva amato e lo aveva fatto re di tutto Israele. Ma le donne straniere portarono lontano da Dio anche lui.

27. Non voglio più sentire una cosa simile: qualcuno di noi che tradisce il nostro Dio al punto di prendere in moglie una straniera!».

28. Uno dei figli di Ioiadà, figlio del sommo sacerdote Eliasìb, aveva sposato una figlia di Sanballàt il Coronita e, per questo, io lo mandai via.

29. «O mio Dio, non dimenticare il disonore che simili persone hanno gettato sul sacerdozio e sulla tua alleanza con sacerdoti e leviti».

30. Io eliminai ogni influsso straniero. Fissai i compiti dei sacerdoti e dei leviti e i doveri di ciascuno.

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