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Geremia 26:8-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC)

8. Appena Geremia finì di riferire al popolo le parole che il Signore gli aveva ordinato di dire, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo afferrarono gridando: «A morte! A morte!

9. Come osi dire a nome del Signore che questo tempio sarà distrutto come quello di Silo e che questa città sarà devastata e rimarrà senza abitanti?». Tutta la gente si era intanto affollata nel tempio, intorno a Geremia.

10. I capi di Giuda vennero informati di quanto accadeva. Salirono subito dal palazzo reale al tempio del Signore e si sedettero vicino alla porta Nuova.

11. Allora i sacerdoti e i profeti, rivolti alle autorità e a tutto il popolo dissero: «Quest’uomo dev’essere condannato a morte perché ha parlato contro la nostra città. L’avete sentito poco fa con i vostri orecchi».

12. Ma Geremia rispose alle autorità e al popolo: «È stato il Signore che mi ha mandato ad annunziare quel che avete sentito, contro questo tempio e contro questa città.

13. Cambiate la vostra condotta e il vostro modo d’agire; ubbidite a quanto vi dice il Signore vostro Dio. Allora egli ritirerà le disgrazie che ha minacciato.

14. Quanto a me, sono nelle vostre mani: fate di me come vi sembra bene e giusto.

15. Però, pensateci bene. Se mi uccidete, sarete responsabili della morte di un innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha davvero mandato ad annunziarvi chiaramente queste cose».

16. Allora le autorità e il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non possiamo condannare a morte quest’uomo! Ci ha davvero parlato a nome del Signore nostro Dio».

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