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Geremia 26:14-21 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC)

14. Quanto a me, sono nelle vostre mani: fate di me come vi sembra bene e giusto.

15. Però, pensateci bene. Se mi uccidete, sarete responsabili della morte di un innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha davvero mandato ad annunziarvi chiaramente queste cose».

16. Allora le autorità e il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non possiamo condannare a morte quest’uomo! Ci ha davvero parlato a nome del Signore nostro Dio».

17. A questo punto, alcuni membri del consiglio degli anziani si alzarono e dissero alla gente che si era radunata:

18. «Durante il regno di Ezechia re di Giuda, il profeta Michea di Morèset ripeteva a tutta la gente di questa regione quello che gli aveva annunciato il Signore dell’universo:“Sion sarà arata come un campo,Gerusalemme diventerà un mucchio di rovinee il monte del tempio si trasformerà in un bosco selvaggio”.

19. «Ebbene, il re Ezechia e la gente di Giuda hanno forse ucciso il profeta per questo? No, hanno avuto timore del Signore e hanno calmato la sua ira. Così il Signore ha rinunziato a colpirli con le disgrazie minacciate. Noi invece con le nostre azioni stiamo per tirarci addosso un castigo terribile».

20. Al tempo di Geremia, anche un altro uomo parlava a nome del Signore. Si chiamava Uria ed era figlio di un certo Semaià, originario di Kiriat-Iearim. Egli parlava contro Gerusalemme e contro Giuda, proprio come Geremia.

21. Il re Ioiakìm, le sue guardie e i suoi ministri udirono i discorsi di Uria. Il re lo fece ricercare per ucciderlo, ma Uria, avvertito in tempo, fuggì pieno di paura e si rifugiò in Egitto.

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