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Ester 1:1-3-13 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC)

1-3. I fatti qui raccontati accaddero al tempo di Assuero, re di Persia. Il regno di Assuero si estendeva dai confini dell’India fino all’Etiopia ed era diviso in centoventisette province. Nel terzo anno del suo regno, mentre si trovava nella sua reggia, nella ∆cittadella di Susa, Assuero offrì un banchetto a tutti i suoi principi e funzionari. Erano presenti anche gli ufficiali dell’esercito dei Medi e dei Persiani, i nobili e i prefetti delle province.

4. Egli voleva così mostrare la ricchezza e la potenza del suo impero e lo splendido fasto della sua corte. Per questo la festa durò molto a lungo, circa sei mesi.

5. Alla fine il re fece un banchetto anche per tutti gli altri che si trovavano nella cittadella e invitò, senza distinzione, persone importanti e semplici cittadini. La festa continuò per sette giorni e si svolse nel parco della reggia.

6. Il parco era decorato con tendaggi bianchi e violetti, appesi alle colonne di marmo con anelli d’argento e con cordoni di lino bianco e rosso. I divani, adornati d’oro e d’argento, erano disposti sopra un pavimento di porfido, marmo bianco, madreperla e pietre colorate.

7. Si beveva in coppe d’oro di varie forme, e il vino era abbondante proprio come si usa in un banchetto regale.

8. Si poteva bere con libertà, tanto o poco, perché il re aveva ordinato ai camerieri di rispettare i desideri di ciascuno.

9. Anche la regina Vasti aveva organizzato un banchetto per le donne nella reggia di Assuero.

10-11. Dopo sette giorni di banchetto, il re, ormai eccitato dal troppo vino, ordinò di far venire accanto a sé la regina Vasti, ornata del turbante regale. Voleva mostrare ai principi e a tutta la gente la sua bellezza, che era davvero eccezionale. L’ordine fu portato dai sette servitori personali del re, che si chiamavano Meumàn, Bizzetà, Carbonà, Bigta, Abagtà, Zetar e Carcas.

12. Contro l’ordine trasmesso dai sette servitori, la regina rifiutò di ubbidire. Il re ne fu molto contrariato e andò in collera.

13. Parlò di questo fatto con i consiglieri ai quali era solito rivolgersi per la loro competenza in questioni legali e di governo.

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