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Atti 25:14-23 Riveduta Bibbia 1927 (RIV)

14. E trattenendosi essi quivi per molti giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo, dicendo: V’è qui un uomo che è stato lasciato prigione da Felice, contro il quale,

15. quando fui a Gerusalemme, i capi sacerdoti e gli anziani de’ Giudei mi sporsero querela, chiedendomi di condannarlo.

16. Risposi loro che non è usanza de’ Romani di consegnare alcuno, prima che l’accusato abbia avuto gli accusatori a faccia, e gli sia stato dato modo di difendersi dall’accusa.

17. Essendo eglino dunque venuti qua, io, senza indugio, il giorno seguente, sedetti in tribunale, e comandai che quell’uomo mi fosse menato dinanzi.

18. I suoi accusatori però, presentatisi, non gli imputavano alcuna delle male azioni che io supponevo;

19. ma aveano contro lui certe questioni intorno alla propria religione e intorno a un certo Gesù morto, che Paolo affermava esser vivente.

20. Ed io, stando in dubbio sul come procedere in queste cose, gli dissi se voleva andare a Gerusalemme, e quivi esser giudicato intorno a queste cose.

21. Ma avendo Paolo interposto appello per esser riserbato al giudizio dell’imperatore, io comandai che fosse custodito, finché lo mandassi a Cesare.

22. E Agrippa disse a Festo: Anch’io vorrei udir cotesto uomo. Ed egli rispose: Domani l’udrai.

23. Il giorno seguente dunque, essendo venuti Agrippa e Berenice con molta pompa, ed entrati nella sala d’udienza coi tribuni e coi principali della città, Paolo, per ordine di Festo, fu menato quivi.

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