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Geremia 39:8-16 Riveduta Bibbia 1927 (RIV)

8. I Caldei incendiarono la casa del re e le case del popolo, e abbatterono le mura di Gerusalemme;

9. e Nebuzaradan, capo delle guardie, menò in cattività a Babilonia il residuo della gente ch’era ancora nella città, quelli ch’erano andati ad arrendersi a lui, e il resto del popolo.

10. Ma Nebuzaradan, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda alcuni de’ più poveri fra il popolo i quali non avevano nulla, e diede loro in quel giorno vigne e campi.

11. Or Nebucadnetsar, re di Babilonia, avea dato a Nebuzaradan, capo delle guardie, quest’ordine riguardo a Geremia:

12. Prendilo, veglia su lui, e non gli fare alcun male ma comportati verso di lui com’egli ti dirà.

13. Così Nebuzaradan, capo delle guardie, Nebushazban, capo degli eunuchi, Nergal-saretser, capo de’ magi, e tutti i capi del re di Babilonia

14. mandarono a far trarre Geremia fuori dal cortile della prigione, e lo consegnarono a Ghedalia, figliuolo di Ahikam, figliuolo di Shafan, perché fosse menato a casa; e così egli abitò fra il popolo.

15. Or la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia in questi termini, mentr’egli era rinchiuso nel cortile della prigione:

16. Va’ e parla ad Ebed-melec, l’etiopo digli: Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Ecco, io sto per adempiere su questa città, per il suo male e non per il suo bene, le parole che ho pronunziate, ed in quel giorno esse si avvereranno in tua presenza.

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