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Seconda Lettera ai Corinzi 11:18-31 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

18. Poiché molti si vantano secondo la carne, anch'io mi vanterò.

19. Or voi, pur essendo savi, li sopportate volentieri i pazzi!

20. Infatti, se uno vi riduce in schiavitú, se uno vi divora, se uno vi prende il vostro, se uno s'innalza sopra di voi, se uno vi percuote in faccia, voi lo sopportate.

21. Lo dico a nostra vergogna, come se noi fossimo stati deboli; eppure, qualunque cosa uno osi pretendere (parlo da pazzo), oso pretenderla anch'io.

22. Sono *Ebrei? Lo sono anch'io. Sono Israeliti? Lo sono anch'io. Sono discendenza d'*Abraamo? Lo sono anch'io.

23. Sono servitori di Cristo? Io (parlo come uno fuori di sé), lo sono piú di loro; piú di loro per le fatiche, piú di loro per le prigionie, assai piú di loro per le percosse subite. Spesso sono stato in pericolo di morte.

24. Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno;

25. tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini.

26. Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli;

27. in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità.

28. Oltre a tutto il resto, sono assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese.

29. Chi è debole senza che io mi senta debole con lui? Chi è scandalizzato senza che io frema per lui?

30. Se bisogna vantarsi, mi vanterò della mia debolezza.

31. Il Dio e Padre del nostro Signore Gesú, che è benedetto in eterno, sa che io non mento.

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