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Seconda Lettera ai Corinzi 1:8-19 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

8. Fratelli, non vogliamo che ignoriate riguardo all'afflizione che ci colse in *Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita.

9. Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti.

10. Egli ci ha liberati e ci libererà [da un cosí gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà] ancora.

11. Cooperate anche voi con la preghiera, affinché per il favore divino che noi otterremo per mezzo della preghiera di molte persone, siano rese grazie da molti per noi.

12. Questo, infatti, è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e specialmente verso di voi, con la semplicità e la sincerità di Dio, non con sapienza carnale ma con la grazia di Dio.

13. Poiché non vi scriviamo altro se non quello che potete leggere e comprendere; e spero che sino alla fine capirete,

14. come in parte avete già capito, che noi siamo il vostro vanto, come anche voi sarete il nostro nel *giorno del nostro Signore Gesú.

15. Con questa fiducia, per procurarvi un duplice beneficio, volevo venire prima da voi

16. e, passando da voi, volevo andare in Macedonia; poi dalla Macedonia ritornare in mezzo a voi e voi mi avreste fatto proseguire per la *Giudea.

17. Prendendo dunque questa decisione ho forse agito con leggerezza? Oppure le mie decisioni sono dettate dalla carne, in modo che in me ci sia allo stesso tempo il «sí, sí» e il «no, no»?

18. Or come è vero che Dio è fedele, la parola che vi abbiamo rivolta non è «sí» e «no».

19. Perché il *Figlio di Dio, Cristo Gesú, che è stato da noi predicato fra voi, cioè da me, da *Silvano e da *Timoteo, non è stato «sí» e «no»; ma è sempre stato «sí» in lui.

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