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Lettera ai Romani 9:7-19 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

7. né per il fatto di essere stirpe d'*Abraamo, sono tutti figli d'Abraamo; anzi: «È in *Isacco che ti sarà riconosciuta una discendenza».

8. Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio; ma i figli della promessa sono considerati come discendenza.

9. Infatti, questa è la parola della promessa: «In questo tempo verrò, e *Sara avrà un figlio».

10. Ma c'è di piú! Anche a *Rebecca avvenne la medesima cosa quand'ebbe concepito figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre;

11. poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione,

12. che dipende non da opere, ma da colui che chiama) le fu detto: «Il maggiore servirà il minore»;

13. com'è scritto: «Ho amato *Giacobbe e ho odiato *Esaú».

14. Che diremo dunque? Vi è forse ingiustizia in Dio? No di certo!

15. Poiché egli dice a *Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia e avrò compassione di chi avrò compassione».

16. Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia.

17. La Scrittura infatti dice al *faraone: «Appunto per questo ti ho suscitato: per mostrare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato per tutta la terra».

18. Cosí dunque egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole.

19. Tu allora mi dirai: «Perché rimprovera egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua volontà?»

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