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Lettera ai Romani 9:18-31 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

18. Cosí dunque egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole.

19. Tu allora mi dirai: «Perché rimprovera egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua volontà?»

20. Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta cosí?»

21. Il vasaio non è forse padrone dell'argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile?

22. Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione,

23. e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria,

24. cioè verso di noi, che egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri?

25. Cosí egli dice appunto in *Osea: «Io chiamerò “mio popolo” quello che non era mio popolo e “amata” quella che non era amata»;

26. e «avverrà che nel luogo dov'era stato detto: “Voi non siete mio popolo”, là saranno chiamati “*figli del Dio vivente”».

27. *Isaia poi esclama riguardo a Israele: «Anche se il numero dei figli d'Israele fosse come la sabbia del mare, solo il resto sarà salvato;

28. perché il Signore eseguirà la sua parola sulla terra in modo rapido e definitivo».

29. Come Isaia aveva detto prima: «Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato una discendenza, saremmo diventati come *Sodoma e saremmo stati simili a *Gomorra».

30. Che diremo dunque? Diremo che degli stranieri, i quali non ricercavano la giustizia, hanno conseguito la giustizia, però la giustizia che deriva dalla fede;

31. mentre Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge.

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