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Lettera ai Romani 9:12-25 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

12. che dipende non da opere, ma da colui che chiama) le fu detto: «Il maggiore servirà il minore»;

13. com'è scritto: «Ho amato *Giacobbe e ho odiato *Esaú».

14. Che diremo dunque? Vi è forse ingiustizia in Dio? No di certo!

15. Poiché egli dice a *Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia e avrò compassione di chi avrò compassione».

16. Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia.

17. La Scrittura infatti dice al *faraone: «Appunto per questo ti ho suscitato: per mostrare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato per tutta la terra».

18. Cosí dunque egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole.

19. Tu allora mi dirai: «Perché rimprovera egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua volontà?»

20. Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta cosí?»

21. Il vasaio non è forse padrone dell'argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile?

22. Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione,

23. e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria,

24. cioè verso di noi, che egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri?

25. Cosí egli dice appunto in *Osea: «Io chiamerò “mio popolo” quello che non era mio popolo e “amata” quella che non era amata»;

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