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Lettera ai Galati 2:3-15 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

3. Ma neppure Tito, che era con me, ed era greco, fu costretto a farsi circoncidere.

4. Anzi, proprio a causa di intrusi, falsi fratelli, infiltratisi di nascosto tra di noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesú, con l'intenzione di renderci schiavi,

5. noi non abbiamo ceduto alle imposizioni di costoro neppure per un momento, affinché la verità del vangelo rimanesse salda tra di voi.

6. Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati, a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono di maggiore stima non m'imposero nulla;

7. anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli *incirconcisi, come a *Pietro per i circoncisi

8. (perché colui che aveva operato in Pietro per farlo *apostolo dei circoncisi aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri),

9. riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, *Giacomo, *Cefa e *Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi;

10. soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato di fare.

11. Ma quando Cefa venne ad *Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare.

12. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi.

13. E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia.

14. Ma quando vidi che non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei, come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?»

15. Noi Giudei di nascita, non stranieri peccatori,

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