Antico Testamento

Nuovo Testamento

Lettera agli Ebrei 9:9-26 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

9. Questo è una figura per il tempo presente. I doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto,

10. perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.

11. Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo piú grande e piú perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione,

12. è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Cosí ci ha acquistato una redenzione eterna.

13. Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne,

14. quanto piú il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrí sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!

15. Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle *trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa.

16. Infatti, dove c'è un testamento, bisogna che sia accertata la morte del testatore.

17. Un testamento, infatti, è valido quando è avvenuta la morte, poiché rimane senza effetto finché il testatore vive.

18. Per questo neanche il primo patto fu inaugurato senza sangue.

19. Infatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati da *Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e *issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo,

20. e disse: «Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato per voi».

21. Asperse di sangue anche il tabernacolo e tutti gli arredi del culto.

22. Secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e, senza spargimento di sangue, non c'è perdono.

23. Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero purificati con questi mezzi. Ma le cose celesti stesse dovevano essere purificate con sacrifici piú eccellenti di questi.

24. Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi;

25. non per offrire sé stesso piú volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo.

26. In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire piú volte dalla creazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio.

Leggi il capitolo completo Lettera agli Ebrei 9