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Lettera agli Ebrei 7:13-25 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

13. Infatti, queste parole sono dette a proposito di uno che appartiene a un'altra tribú, della quale nessuno fu mai assegnato al servizio dell'altare;

14. è noto infatti che il nostro Signore è nato dalla tribú di *Giuda, per la quale *Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.

15. E la cosa è ancor piú evidente quando sorge, a somiglianza di Melchisedec, un altro sacerdote

16. che diventa tale non per disposizione di una legge dalle prescrizioni carnali, ma in virtú della potenza di una vita indistruttibile;

17. perché gli è resa questa testimonianza: «Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec» xx.

18. Cosí, qui vi è l'abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità

19. (infatti la legge non ha portato nulla alla perfezione); ma vi è altresí l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio.

20. Questo non è avvenuto senza giuramento. Quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento,

21. ma egli lo è con giuramento, da parte di colui che gli ha detto: «Il Signore ha giurato e non si pentirà: “Tu sei sacerdote in eterno”»xx.

22. Ne consegue che Gesú è divenuto garante di un patto migliore del primo.

23. Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare;

24. egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette.

25. Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro.

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