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Lettera agli Ebrei 2:11-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

11. Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati, provengono tutti da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli,

12. dicendo: «Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea canterò la tua lode».

13. E di nuovo: «Io metterò la mia fiducia in lui». E inoltre: «Ecco me e i figli che Dio mi ha dati».

14. Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il *diavolo,

15. e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.

16. Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di *Abraamo.

17. Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo.

18. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati.

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