Antico Testamento

Nuovo Testamento

Lettera agli Ebrei 2:10-17 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

10. Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza.

11. Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati, provengono tutti da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli,

12. dicendo: «Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea canterò la tua lode».

13. E di nuovo: «Io metterò la mia fiducia in lui». E inoltre: «Ecco me e i figli che Dio mi ha dati».

14. Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il *diavolo,

15. e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.

16. Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di *Abraamo.

17. Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo.

Leggi il capitolo completo Lettera agli Ebrei 2