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Lettera agli Ebrei 13:6-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

6. Cosí noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo?»

7. Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede.

8. Gesú Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.

9. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da pratiche relative a vivande, dalle quali non trassero alcun beneficio quelli che le osservavano.

10. Noi abbiamo un altare al quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al *tabernacolo.

11. Infatti i corpi degli animali il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel *santuario quale offerta per il peccato, sono arsi fuori dell'accampamento.

12. Perciò anche Gesú, per santificare il popolo con il proprio sangue, soffrí fuori della porta della città.

13. Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio.

14. Perché non abbiamo quaggiú una città stabile, ma cerchiamo quella futura.

15. Per mezzo di Gesú, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome.

16. Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace.

17. Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità.

18. Pregate per noi; infatti siamo convinti di avere una buona coscienza, e siamo decisi a condurci onestamente in ogni cosa.

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