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Lettera agli Ebrei 12:11-24 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

11. È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.

12. Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti;

13. fate sentieri diritti per i vostri passi, affinché quel che è zoppo non esca fuori di strada, ma piuttosto guarisca.

14. Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore;

15. vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati;

16. che nessuno sia fornicatore, o profano, come *Esaú che per una sola pietanza vendette la sua *primogenitura.

17. Infatti sapete che anche piú tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento.

18. Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccar con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta,

19. né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l'udirono supplicarono che piú non fosse loro rivolta altra parola;

20. perché non potevano sopportare quest'ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata».

21. Tanto spaventevole era lo spettacolo, che *Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».

22. Voi vi siete invece avvicinati al monte *Sion, alla città del Dio vivente, la *Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche,

23. all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti,

24. a Gesú, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'*Abele.

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