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Lettera agli Ebrei 10:25-38 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

25. non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto piú che vedete avvicinarsi il giorno.

26. Infatti, se persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane piú alcun sacrificio per i peccati;

27. ma una terribile attesa del giudizio e l'ardore di un fuoco che divorerà i ribelli.

28. Chi trasgredisce la legge di *Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

29. Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il *Figlio di Dio e avrà considerato profano il sangue del patto con il quale è stato santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?

30. Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione!» E ancora: «Il Signore giudicherà il suo popolo».

31. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente.

32. Ma ricordatevi di quei primi giorni, in cui, dopo essere stati illuminati, voi avete dovuto sostenere una lotta lunga e dolorosa:

33. talvolta esposti agli oltraggi e alle vessazioni; altre volte facendovi solidali con quelli che erano trattati in questo modo.

34. Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni, sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura.

35. Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!

36. Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché:

37. «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà;

38. ma il mio giusto per fede vivrà; e se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce».

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