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Atti degli Apostoli 7:21-33 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

21. e, quando fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e lo allevò come figlio.

22. Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani e divenne potente in parole e opere.

23. Ma quando raggiunse l'età di quarant'anni, gli venne in animo di andare a visitare i suoi fratelli, i figli di *Israele.

24. Vedendo che uno di loro era maltrattato, ne prese le difese e vendicò l'oppresso, colpendo a morte l'Egiziano.

25. Or egli pensava che i suoi fratelli avrebbero capito che Dio voleva salvarli per mano di lui; ma essi non compresero.

26. Il giorno seguente si presentò a loro, mentre litigavano, e cercava di riconciliarli, dicendo: “Uomini, voi siete fratelli; perché vi fate torto a vicenda?”

27. Ma quello che faceva torto al suo prossimo lo respinse, dicendo: “Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi?

28. Vuoi uccidere me come ieri uccidesti l'Egiziano?”

29. A queste parole Mosè fuggí, e andò a vivere come straniero nel paese di Madian, dove ebbe due figli.

30. Trascorsi quarant'anni, un angelo gli apparve nel deserto del monte Sinai, nella fiamma di un pruno ardente.

31. Mosè guardò e rimase stupito di questa visione; e, come si avvicinava per osservare meglio, si udí la voce del Signore:

32. “Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe”. Mosè, tutto tremante, non osava guardare.

33. Il Signore gli disse: “Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è suolo sacro.

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