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Atti degli Apostoli 27:16-29 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

16. Passati rapidamente sotto un'isoletta chiamata Clauda, a stento potemmo impadronirci della scialuppa.

17. Dopo averla issata a bordo, utilizzavano dei mezzi di rinforzo, cingendo la nave di sotto; e, temendo di finire incagliati nelle Sirti, calarono l'àncora galleggiante, e si andava cosí alla deriva.

18. Siccome eravamo sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno dopo cominciarono a gettare il carico.

19. Il terzo giorno, con le loro proprie mani, buttarono in mare l'attrezzatura della nave.

20. Già da molti giorni non si vedevano né sole né stelle, e sopra di noi infuriava una forte tempesta, sicché ogni speranza di scampare era ormai persa.

21. Dopo che furono rimasti per lungo tempo senza mangiare, Paolo si alzò in mezzo a loro, e disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto e non partire da Creta, per evitare questo pericolo e questa perdita.

22. Ora però vi esorto a stare di buon animo, perché non vi sarà perdita della vita per nessuno di voi ma solo della nave.

23. Poiché un angelo del Dio, al quale appartengo e che io servo, mi è apparso questa notte,

24. dicendo: “Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a *Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te”.

25. Perciò, uomini, state di buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto.

26. Dovremo però essere gettati sopra un'isola».

27. E la quattordicesima notte da che eravamo portati qua e là per l'Adriatico, verso la mezzanotte, i marinai sospettavano di essere vicini a terra;

28. e, calato lo scandaglio, trovarono venti *braccia; poi, passati un po' oltre e scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia.

29. Temendo allora di urtare contro gli scogli, gettarono da poppa quattro àncore, aspettando con ansia che si facesse giorno.

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