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Atti degli Apostoli 26:20-28 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

20. ma, prima a quelli di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della *Giudea e fra le nazioni, ho predicato che si ravvedano e si convertano a Dio, facendo opere degne del ravvedimento.

21. Per questo i Giudei, dopo avermi preso nel *tempio, tentavano di uccidermi.

22. Ma per l'aiuto che vien da Dio, sono durato fino a questo giorno, rendendo testimonianza a piccoli e a grandi, senza dir nulla al di fuori di quello che i *profeti e *Mosè hanno detto che doveva avvenire, cioè:

23. che il Cristo avrebbe sofferto, e che egli, il primo a risuscitare dai morti, avrebbe annunziato la luce al popolo e alle nazioni».

24. Mentr'egli diceva queste cose in sua difesa, *Festo disse ad alta voce: «Paolo, tu vaneggi; la molta dottrina ti mette fuori di senno».

25. Ma Paolo disse: «Non vaneggio, eccellentissimo Festo; ma pronunzio parole di verità, e di buon senno.

26. Il re, al quale parlo con franchezza, conosce queste cose; perché sono persuaso che nessuna di esse gli è nascosta; poiché esse non sono accadute in segreto.

27. O re Agrippa, credi tu nei profeti? Io so che ci credi».

28. Agrippa disse a Paolo: «Con cosí poco vorresti persuadermi a diventare cristiano?»

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