Antico Testamento

Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 26:1-13 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

1. *Agrippa disse a *Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa». Allora Paolo, stesa la mano, disse a sua difesa:

2. «Re Agrippa, io mi ritengo felice di potermi oggi discolpare davanti a te di tutte le cose delle quali sono accusato dai Giudei,

3. soprattutto perché tu hai conoscenza di tutti i riti e di tutte le questioni che ci sono tra i Giudei; perciò ti prego di ascoltarmi pazientemente.

4. Quale sia stata la mia vita fin dalla mia gioventú, che ho trascorsa a *Gerusalemme in mezzo al mio popolo, è noto a tutti i Giudei,

5. perché mi hanno conosciuto fin da allora, e sanno, se pure vogliono renderne testimonianza, che, secondo la piú rigida setta della nostra religione, sono vissuto da *fariseo.

6. E ora sono chiamato in giudizio per la speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri;

7. della quale promessa le nostre dodici tribú, che servono con fervore Dio notte e giorno, sperano di vedere il compimento. Per questa speranza, o re, sono accusato dai Giudei!

8. Perché mai si giudica da voi cosa incredibile che Dio risusciti i morti?

9. Quanto a me, in verità pensai di dover lavorare attivamente contro il nome di Gesú il Nazareno.

10. Questo infatti feci a Gerusalemme; e avendone ricevuta l'autorizzazione dai capi dei *sacerdoti, io rinchiusi nelle prigioni molti santi; e, quand'erano messi a morte, io davo il mio voto.

11. E spesso, in tutte le *sinagoghe, punendoli, li costringevo a bestemmiare; e, infuriato oltremodo contro di loro, li perseguitavo fin nelle città straniere.

12. Mentre mi dedicavo a queste cose e andavo a *Damasco con l'autorità e l'incarico da parte dei capi dei sacerdoti,

13. a mezzogiorno vidi per strada, o re, una luce dal cielo, piú splendente del sole, la quale sfolgorò intorno a me e ai miei compagni di viaggio.

Leggi il capitolo completo Atti degli Apostoli 26