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Atti degli Apostoli 25:14-26 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

14. E poiché si trattennero là per molti giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo, dicendo: «Vi è un uomo che è stato lasciato in carcere da *Felice,

15. contro il quale, quando mi recai a Gerusalemme, i capi dei sacerdoti e gli *anziani dei Giudei sporsero denuncia, chiedendomi di condannarlo.

16. Risposi loro che non è abitudine dei Romani consegnare un accusato, prima che abbia avuto gli accusatori di fronte e gli sia stato dato modo di difendersi dall'accusa.

17. Quando dunque furono venuti qua, senza indugio, il giorno seguente, sedetti in tribunale e ordinai che quell'uomo mi fosse condotto davanti.

18. I suoi accusatori si presentarono, ma non gli imputavano nessuna delle cattive azioni che io supponevo.

19. Essi avevano contro di lui certe questioni intorno alla propria religione e intorno a un certo Gesú, morto, che Paolo affermava essere vivo.

20. E io, non conoscendo la procedura per questi casi, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme, e là essere giudicato intorno a queste cose.

21. Ma siccome Paolo aveva interposto appello per essere rimesso al giudizio dell'imperatore, ordinai che fosse custodito, finché non l'avessi inviato a Cesare».

22. Agrippa disse a Festo: «Vorrei anch'io ascoltare quest'uomo». Ed egli rispose: «Domani lo ascolterai».

23. Il giorno seguente, dunque, Agrippa e Berenice giunsero con gran pompa, ed entrarono nella sala d'udienza con i *tribuni e con i notabili della città; e, per ordine di Festo, fu condotto Paolo.

24. Allora Festo disse: «Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete quest'uomo, a proposito del quale una folla di Giudei si è rivolta a me, in Gerusalemme e qui, gridando che non deve piú restare in vita.

25. Io però non ho trovato che avesse fatto qualcosa meritevole di morte, e poiché egli stesso si è appellato all'imperatore, ho deciso di mandarglielo.

26. Siccome non ho nulla di certo da scrivere all'imperatore, l'ho condotto qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché, dopo questo esame, io abbia qualcosa da scrivere.

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