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Antico Testamento

Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 17 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

Paolo e Sila a Tessalonica

1. Dopo essere passati per Amfipoli e per Apollonia, giunsero a *Tessalonica, dove c'era una *sinagoga dei Giudei;

2. e *Paolo, com'era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture,

3. spiegando e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti. «E il Cristo», egli diceva, «è quel Gesú che io vi annunzio».

4. Alcuni di loro furono convinti, e si unirono a Paolo e *Sila; e cosí una gran folla di Greci pii, e non poche donne delle famiglie piú importanti.

5. Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro alcuni uomini malvagi tra la gente di piazza; e, raccolta quella plebaglia, misero in subbuglio la città; e, assalita la casa di Giasone, cercavano di trascinare Paolo e Sila davanti al popolo.

6. Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli davanti ai magistrati della città, gridando: «Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo, sono venuti anche qui,

7. e Giasone li ha ospitati; ed essi tutti agiscono contro i decreti di *Cesare, dicendo che c'è un altro re, Gesú».

8. E misero in agitazione la popolazione e i magistrati della città, che udivano queste cose.

9. Questi, dopo aver ricevuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare.

Paolo e Sila a Berea

10. Ma i fratelli subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, appena giunti, si recarono nella sinagoga dei Giudei.

11. Or questi erano di sentimenti piú nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano cosí.

12. Molti di loro, dunque, credettero, e cosí pure un gran numero di nobildonne greche e di uomini.

13. Ma quando i Giudei di Tessalonica vennero a sapere che la Parola di Dio era stata annunziata da Paolo anche a Berea, si recarono là, agitando e mettendo sottosopra la folla.

14. I fratelli, allora, fecero subito partire Paolo, conducendolo fino al mare; ma Sila e *Timoteo rimasero ancora là.

15. Quelli che accompagnavano Paolo, lo condussero fino ad Atene, e, ricevuto l'ordine di dire a Sila e a Timoteo che quanto prima si recassero da lui, se ne tornarono indietro.

Paolo ad Atene Il discorso nell'Areòpago

16. Mentre Paolo li aspettava ad Atene, lo spirito gli s'inacerbiva dentro nel vedere la città piena di idoli.

17. Frattanto discorreva nella sinagoga con i Giudei e con le persone pie; e sulla piazza, ogni giorno, con quelli che vi si trovavano.

18. E anche alcuni filosofi epicurei e stoici conversavano con lui. Alcuni dicevano: «Che cosa dice questo ciarlatano?» E altri: «Egli sembra essere un predicatore di divinità straniere»; perché annunziava Gesú e la risurrezione.

19. Presolo con sé, lo condussero su nell'Areòpago, dicendo: «Potremmo sapere quale sia questa nuova dottrina che tu proponi?

20. Poiché tu ci fai sentire cose strane. Noi vorremmo dunque sapere che cosa vogliono dire queste cose».

21. Or tutti gli Ateniesi e i residenti stranieri non passavano il loro tempo in altro modo che a dire o ad ascoltare novità.

22. E Paolo, stando in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi.

23. Poiché, passando, e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio.

24. Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in *templi costruiti da mani d'uomo;

25. e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa.

26. Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione,

27. affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi.

28. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: “Poiché siamo anche sua di­scen­den­za”.

29. Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana.

30. Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano,

31. perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti».

32. Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano; e altri dicevano: «Su questo ti ascolteremo un'altra volta».

33. Cosí Paolo uscí di mezzo a loro.

34. Ma alcuni si unirono a lui e credettero; tra i quali anche Dionisio l'areopagita, una donna chiamata Damaris, e altri con loro.