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Atti degli Apostoli 16:27-37 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

27. Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.

28. Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui».

29. Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila;

30. poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?»

31. Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesú, e sarai salvato tu e la tua famiglia».

32. Poi annunziarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa sua.

33. Ed egli li prese con sé in quella stessa ora della notte, lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi.

34. Poi li fece salire in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

35. Fattosi giorno, i pretori mandarono i littori a dire: «Libera quegli uomini».

36. Il carceriere riferí a Paolo queste parole, dicendo: «I pretori hanno mandato a dire che siate rimessi in libertà; or dunque uscite, e andate in pace».

37. Ma Paolo disse loro: «Dopo averci battuti in pubblico senza che fossimo stati condannati, noi che siamo cittadini romani, ci hanno gettati in prigione; e ora vogliono rilasciarci di nascosto? No davvero! Anzi, vengano loro stessi a condurci fuori».

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