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Atti degli Apostoli 16:20-35 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

20. e, presentatili ai pretori, dissero: «Questi uomini, che sono Giudei, turbano la nostra città,

21. e predicano riti che a noi Romani non è lecito accettare né praticare».

22. La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe.

23. E, dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvegliarli attentamente.

24. Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte piú interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi.

25. Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano.

26. A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono.

27. Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.

28. Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui».

29. Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila;

30. poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?»

31. Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesú, e sarai salvato tu e la tua famiglia».

32. Poi annunziarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa sua.

33. Ed egli li prese con sé in quella stessa ora della notte, lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi.

34. Poi li fece salire in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

35. Fattosi giorno, i pretori mandarono i littori a dire: «Libera quegli uomini».

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