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Secondo Libro di Samuele 1:10-19 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

10. Io dunque mi avvicinai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema che egli aveva in capo, il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore».

11. Allora Davide prese le sue vesti e le stracciò, lo stesso fecero tutti gli uomini che erano con lui.

12. Fecero cordoglio e piansero e digiunarono fino a sera, a motivo di Saul, di Gionatan, suo figlio, del popolo del Signore e della casa d'Israele, perché erano caduti in battaglia.

13. Poi Davide chiese al giovane che gli aveva raccontato quelle cose: «Di dove sei?» Quegli rispose: «Sono figlio di uno straniero, di un Amalechita».

14. Davide gli disse: «Come mai non hai temuto di stendere la mano per uccidere l'*unto del Signore?»

15. Poi chiamò uno dei suoi uomini e gli disse: «Avvicínati e colpisci costui!» Quello lo colpí ed egli morí.

16. Davide gli disse: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo, perché la tua bocca ha testimoniato contro di te quando hai detto: “Io ho ucciso l'unto del Signore”».

17. Allora Davide compose questo canto funebre su Saul e suo figlio Gionatan,

18. e ordinò che fosse insegnato ai figli di *Giuda. È il canto dell'arco. Si trova scritto nel Libro del Giusto.

19. Il fiore dei tuoi figli, o Israele, giace ucciso sulle tue alture! Come mai sono caduti quei prodi?

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