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Primo Libro di Samuele 20:14-30 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

14. Possa tu, se sarò ancora in vita, usare verso di me la bontà del Signore, perché io non muoia.

15. Non cessare mai di essere buono verso la mia casa, neppure quando il Signore avrà sterminato dalla faccia della terra fino all'ultimo i nemici di Davide.

16. Cosí Gionatan strinse alleanza con la casa di Davide, dicendo: «Il Signore faccia vendetta dei nemici di Davide!»

17. Per l'amore che aveva verso di lui, Gionatan fece di nuovo giurare Davide; perché egli l'amava come la sua stessa vita.

18. Poi Gionatan gli disse: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata, perché il tuo posto sarà vuoto.

19. Dopodomani dunque tu scenderai giú fino al luogo dove ti nascondesti il giorno di quel fatto e rimarrai presso la pietra di Ezel.

20. Io tirerò tre frecce da quel lato, come se tirassi al bersaglio.

21. Poi subito manderò il ragazzo, dicendogli: “Va' a cercare le frecce”. Se dico al ragazzo: “Guarda, le frecce sono di qua da te, prendile!” tu allora vieni, perché tutto va bene per te e non hai nulla da temere, come il Signore vive!

22. Ma se dico al giovane: “Guarda, le frecce sono di là da te!” allora vattene, perché il Signore ti manda via.

23. Quanto a quel che abbiamo convenuto tu e io, ecco, il Signore ne è testimone per sempre».

24. Davide dunque si nascose nella campagna; e quando venne il novilunio, il re si mise a tavola per mangiare.

25. Il re, come al solito, si sedette sulla sedia che era vicina al muro; Gionatan si mise di fronte. Abner si sedette accanto a *Saul, ma il posto di Davide rimase vuoto.

26. Tuttavia Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli è successo qualcosa per cui non è puro; certo egli non è puro».

27. Ma l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto; allora Saul disse a Gionatan, suo figlio: «Perché il figlio d'*Isai non è venuto a mangiare né ieri né oggi?»

28. Gionatan rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme;

29. e ha detto: “Ti prego, lasciami andare, perché abbiamo in città un sacrificio di famiglia e mio fratello mi ha raccomandato di andarvi; ora dunque, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, ti prego, lasciami fare una corsa per andare a vedere i miei fratelli”. Per questa ragione egli non è venuto alla mensa del re».

30. Allora l'ira di Saul si accese contro Gionatan, e gli disse: «Figlio perverso e ribelle, non so io forse che tu prendi le difese del figlio d'Isai, a tua vergogna e a vergogna di tua madre?

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