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Giosuè 8:28-35 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

28. Giosuè incendiò dunque Ai e la ridusse per sempre in un mucchio di rovine com'è ancora oggi.

29. Quanto al re di Ai, l'appese a un albero, e ve lo lasciò fino a sera; ma al tramonto del sole Giosuè ordinò che il cadavere fosse calato dall'albero; e lo gettarono all'ingresso della porta della città, e gli ammassarono sopra un gran mucchio di pietre, che rimane ancora al giorno d'oggi.

30. Allora Giosuè costruí un altare al Signore, Dio d'Israele, sul monte *Ebal,

31. come *Mosè, servo del Signore, aveva ordinato ai figli d'Israele, e come sta scritto nel libro della legge di Mosè: un altare di pietre intatte sulle quali nessun ferro era passato; e i figli d'Israele offrirono su di esso olocausti al Signore, e fecero sacrifici di riconoscenza.

32. E là, su delle pietre, Giosuè scrisse una copia della legge che Mosè aveva scritta in presenza dei figli d'Israele.

33. Tutto Israele, i suoi anziani, i suoi ufficiali e i suoi *giudici stavano in piedi ai due lati dell'*arca, di fronte ai *sacerdoti levitici che portavano l'arca del patto del Signore: gli stranieri come gli Israeliti di nascita, metà dal lato del monte *Gherizim, metà dal lato del monte Ebal, come Mosè, servo del Signore, aveva da prima ordinato che si benedicesse il popolo d'Israele.

34. Dopo questo, Giosuè lesse tutte le parole della legge, le benedizioni e le maledizioni, secondo tutto ciò che è scritto nel libro della legge.

35. Non vi fu parola, di tutto ciò che Mosè aveva comandato, che Giosuè non leggesse in presenza di tutta la comunità d'Israele, delle donne, dei bambini e degli stranieri che camminavano in mezzo a loro.

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