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Giobbe 7:1-17 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

1. «La vita dell'uomo sulla terra è come quella di un soldato; i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.

2. Come lo schiavo anela l'ombra, come l'operaio aspetta il suo salario,

3. cosí a me toccano mesi di sciagura, mi sono assegnate notti di dolore.

4. Non appena mi corico, dico: “Quando mi alzerò?” Ma la notte si prolunga, e mi sazio di agitazioni fino all'alba.

5. La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.

6. I miei giorni se ne vanno piú veloci della spola, si consumano senza speranza.

7. Ricòrdati che la mia vita è un soffio! L'occhio mio non vedrà piú il bene.

8. Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà piú scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò piú.

9. La nuvola svanisce e si dilegua; cosí chi scende nel *soggiorno dei morti non ne risalirà;

10. non tornerà piú nella sua casa e il luogo dove stava non lo riconoscerà piú.

11. Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell'angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia.

12. Sono io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?

13. Quando dico: “Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena!,

14. tu mi sgomenti con sogni, e mi spaventi con visioni;

15. io preferisco soffocare, a queste mie ossa preferisco la morte.

16. Io mi sto consumando; non vivrò sempre; ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.

17. Che cos'è l'uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu t'interessi a lui,

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