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Giobbe 31:29-40 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

29. se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e ho esultato quando gli è piombata la sventura

30. (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31. se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32. (Lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33. se, come fanno gli uomini, ho coperto i miei errori celando nel petto la mia *iniquità,

34. perché avevo paura della folla e del disprezzo delle famiglie, al punto da starmene tranquillo e non uscir di casa…

35. Oh, avessi pure chi m'ascoltasse! Ecco qua la mia firma! L'Onnipotente mi risponda! Scriva l'avversario mio la sua querela

36. e io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema.

37. Gli renderò conto di tutti i miei passi, a lui mi avvicinerò come un principe!

38. Se la mia terra mi grida contro, se tutti i suoi solchi piangono,

39. se ne ho mangiato il frutto senza pagarla, se ho fatto sospirare chi la coltivava,

40. che invece di grano mi nascano spine, invece d'orzo mi crescano zizzanie!» Qui finiscono i discorsi di *Giobbe.

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