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Giobbe 21:13-25 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

13. Passano felici i loro giorni poi scendono in un attimo nel *soggiorno dei morti.

14. Eppure, dicevano a Dio: “Ritírati da noi! Noi non ci curiamo di conoscere le tue vie!

15. Che cos'è l'Onnipotente perché lo serviamo? Che guadagneremo a pregarlo?”

16. Ecco, non hanno essi in mano la loro felicità? (Lungi da me il consiglio degli empi! )

17. Quando mai la lampada degli empi si spegne, e piomba loro addosso la rovina e Dio, nella sua ira, li retribuisce con castighi?

18. Quando mai sono essi come paglia al vento, come pula portata via dall'uragano?

19. “Dio”, mi dite, “tiene in serbo il castigo per i figli dell'empio”. Ma punisca lui stesso! Che lo senta lui,

20. che veda con i propri occhi la sua rovina, e beva egli stesso l'ira dell'Onnipotente!

21. Che importa all'empio della sua famiglia dopo di lui, quando il numero dei suoi mesi è ormai compiuto?

22. S'insegnerà forse a Dio la scienza? A lui che giudica quelli di lassú?

23. L'uno muore in mezzo al suo benessere, quand'è pienamente tranquillo e felice,

24. ha i secchi pieni di latte, e fresco il midollo delle ossa.

25. L'altro muore con l'amarezza nel cuore, senz'aver mai gustato il bene.

Leggi il capitolo completo Giobbe 21